La città del sorriso

C'era un tempo una città in cui nessuno sapeva sorridere, tutti erano cupi e tristi, non avevano alcuna voglia di fare amicizia, vivevano ognuno per sé. La gente non sognava, non era gentile, era pessimista e lavorava, lavorava senza entusiasmo. poi la sera stanca e avvilita, la gente andava a dormire con la seccatura che il giorno successivo avrebbe dovuto alzarsi, ripartire per una giornata noiosa e senza sole.
Infatti anche il cielo non sorrideva mai ed era sempre grigio e cupo; le case non avevano finestre aperte ma sempre serrate.
Un bel giorno venne ad abitare in quel luogo una fanciulla, il suo nome era Letizia. Era una bella ragazza, ma il suo aspetto era niente in confronto ad una sua particolarità: aveva stampato sempre sul volto un sorriso radioso.

Ella sorrideva sempre, sia quando era triste, delusa, stanca, sia e soprattutto quando era felice. Il suo sorriso era rivolto a tutte le persone del paese, tanto che a poco a poco anche gli abitanti che non sapevano sorridere, contagiati dalla solare fanciulla, cominciarono a schiudere le labbra accennando un sorriso e, poco a poco impararono anche essi ad essere più sereni, a sorridere spesso e si accorsero che così, le loro giornate erano più belle, più gratificanti e più piene.
Anche il cielo si rischiarò e raggi di sole uscirono dalle nubi, facendo sorridere il firmamento. Letizia aveva portato la gaiezza in quel posto semplicemente con la sua gioia di vivere.
Ma un brutto giorno, una maga crudele che da sempre aveva segretamente governato il paese togliendo con un maleficio la felicità ai suoi abitanti, vide che quella straniera aveva riportato la gioia e così decise di rubarle il sorriso. Una notte andò a trovare Letizia durante il suo sonno e le soffiò sul viso il suo fiato crudele, spegnendole la vitalità.
La ragazza si svegliò con uno strano peso sul cuore e con le labbra serrate. Guardandosi allo specchio vide che la luce che irradiava i suoi occhi si era spenta; cercò di schiudere le labbra dolcemente, ma, queste restarono ferme, in un atteggiamento triste e sprezzante. Da quel momento in poi, come aveva portato la gioia alle persone, così Letizia ricacciò le stesse in una freddezza e in un'angoscia che cancellarono dalla città il sorriso come un tempo; i suoi abitanti non solo non sorridevano più, ma erano addirittura disperati.
Letizia non sapeva come fare ed allora decise di cercare lei stessa la maga che le aveva tolto la voglia di vivere.
Riuscì a trovarla nel folto di un bosco dove viveva nella sua tetra casa, piena di rovi e di sterpi. Bussò alla sua porta chiedendole di farla entrare. Le chiese, quasi implorandola, di restituirle il sorriso ma la strega glielo negò, dicendo che non poteva permettere che qualcuno fosse felice, dato che lei stessa non lo era e mai lo sarebbe stata. Allora Letizia tirò fuori da una tasca un suo ritratto in cui sorrideva così dolcemente che sembrava fosse reale. Guardandolo, la maga non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta, tanto era contagioso e meraviglioso; le sue labbra si distesero e allora una nuova sensazione la pervase. Capì che doveva ridare il sorriso a Letizia che lo aveva donato a lei facendola sentire viva, contenta, nuova.


Da quel giorno la gioia e la pace tornarono e rimasero a lungo in quel luogo.

D. Pergolizzi