Una sera ricevetti una telefonata da un caro amico. Mi fece molto piacere e la prima cosa che mi chiese fu “Come stai?” Non so perché gli risposi: “Mi sento molto solo”. “Vuoi che parliamo?” disse. Gli risposi di si; “Vuoi che venga a casa tua?” chiese... ed io risposi di si. Depose la cornetta del telefono e in meno di 15 minuti, stava già bussando alla mia porta.
Gli parlai per ore, di tutto, del mio lavoro, della mia famiglia, della mia fidanzata, dei miei dubbi e lui sempre attento mi ascoltava.
Si fece giorno, mi sentii rilassato mentalmente, mi fece bene la sua compagnia, soprattutto il suo ascolto, mi sentii sostenuto e mi fece capire i miei sbagli.
Quando lui si accorse che mi sentivo meglio, mi disse: “Bene, ora me ne vado, perché devo andare al lavoro”.
Io mi sorpresi e gli chiesi: “Perché non mi hai avvisato che dovevi andare al lavoro? Guarda che ora è, non hai dormito per niente, ti ho trattenuto tutta la notte!"
Lui sorrise e disse: “Non c’è problema, a questo servono gli amici!”
Mi sentii felice e orgoglioso di avere un amico così!
Lo accompagnai alla porta di casa e mentre lui camminava verso l’auto gli gridai da lontano: “Ora è tutto a posto, ma perché mi hai telefonato ieri sera così tardi?”